25 Aprile 2024 16:01
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Covid-19 colpirà 4 persone su 5 ed avrà una vita lunga sino alla primavera del 2021

Covid-19 colpirà 4 persone su 5 ed avrà una vita lunga sino alla primavera del 2021

Il rapporto segreto è stato redatto nei giorni scorsi dal team di scienziati del PHE Public Health England,  gli stessi che per primi  hanno sequenziato completamente il genoma virale del nuovo coronavirus 2019-nCoV ed hanno sviluppato rapidamente ulteriori test specifici in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità e una rete globale di laboratori su eventuali mutazioni e diffusione del virus nel tempo.

Il rapporto approvato dalla dottoressa Susan Hopkins, che dirige il settore dell’epidemia del PHE, e condiviso dallo stesso NHS, il sistema sanitario inglese, prevede che il virus circoli per altri 12 mesi e che nello scenario peggiore ben l’80% della popolazione inglese sarà infettata da Covid-19 e che fino al 15% (7,9 milioni di persone) potrebbe richiedere il ricovero in ospedale.

Uno dei maggiori problemi in Inghilterra è quale strategia di comunicazione adottare per non creare panico nella popolazione.

“Diffondere la notizia che potrebbe durare 12 mesi potrebbe turbare e preoccupare molto la popolazione”, ha detto Paul Hunter, professore di medicina all’Università dell’East Anglia esperto di epidemiologia. Aggiunge il prof. Hunter: “Un anno è del tutto plausibile, ma questa cifra non sarà molto apprezzata e compresa dalla gente. Penso, tuttavia che il picco scenderà in estate, verso la fine di giugno, e tornerà a novembre, come si comporta la solita influenza stagionale. Penso che sarà in giro per sempre, ma col tempo diventerà meno grave, man mano che si sviluppa l’immunità”. 

L’ammissione che il virus continuerà a causare problemi per un altro anno sembra minare le speranze che l’arrivo di un clima più caldo quest’estate lo ucciderebbe.

Il rapporto rivela, tra l’altro, che circa 500.000 dei 5 milioni di persone ritenute vitali perché lavorano nei servizi essenziali e nelle infrastrutture critiche si ammaleranno in qualsiasi momento durante il mese di picco dell’epidemia. Nei 5 milioni di persone, 1 milione sarà composto da persone che fanno parte del Servizio sanitario Nazionale (SSN) e 1,5 milioni di altre che si dedicano all’assistenza sociale.

Il rapporto riservato afferma inoltre anche questo: il servizio sanitario non è in grado di far fronte al numero di persone con sintomi che devono essere sottoposti a test perché i laboratori sono “sotto una forte pressione di domanda”.

D’ora in poi solo i malati molto gravi che sono già ricoverati in ospedale e le persone che si trovano in case di cura e carceri dove è stato rilevato il coronavirus saranno sottoposti a test.

I servizi di analisi sono talmente sotto pressione che anche il personale del SSN non verrà sottoposto a tamponi, nonostante il loro ruolo chiave e il rischio di trasmissione del virus ai pazienti.

La strategia di tutti i paesi è quella di ritardare quel picco e di allungarlo per un periodo di tempo più lungo, in modo che i servizi sanitari siano meglio in grado di farvi fronte. C’è anche la possibilità che per allora saranno disponibili nuovi trattamenti.

Dopo il picco, si prevede che il numero di casi e di decessi diminuirà per 10 settimane o più, fino a raggiungere un livello abbastanza basso, che potrebbe non essere pari a zero. Soprattutto nei mesi estivi, si prevede che il numero di casi si ridurrà, perché le persone trascorrono più tempo fuori casa e hanno meno probabilità di essere confinate in ambienti chiusi, in piccole stanze di una casa o di un ufficio con persone infette.

C’è ancora la preoccupazione che il virus possa riemergere nei mesi autunnali o invernali, il che significa che sarà necessaria una pianificazione a lungo termine. Fino a quando non verrà sviluppato un vaccino, magari tra 18 mesi, i responsabili della pianificazione sanitaria non potranno essere sicuri di poter proteggere le persone dalla malattia.

Per la pubblicazione di questo rapporto segreto, molte sono state le critiche al quotidiano The Guardian, per aver divulgato una rapporto confidential. The Guardian, caratterizzato da un giornalismo indipendente e investigativo, ha però precisato che: “La nostra indipendenza editoriale ci consente di stabilire la nostra agenda e di esprimere le nostre opinioni. The Guardian si occupa delle questioni più critiche del nostro tempo, dalla crescente emergenza climatica alla diffusa disuguaglianza, fino all’influenza delle grandi tecnologie sulla nostra vita. In un momento in cui l’informazione fattuale è una necessità, crediamo che ognuno di noi, in tutto il mondo, meriti l’accesso a una reportistica accurata con piena integrità dell’informazione”.

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