27 Aprile 2024 15:10
HomeEconomia e FinanzaLa riforma del patto di stabilità

La riforma del patto di stabilità

La riforma del patto di stabilità

Incertezze, dubbi, timori di perdere la sovranità sono al centro dello stato d’animo tra i ministri delle finanze che devono esaminare le proposte della Commissione europea sulla riforma del patto di stabilità. Non facile, ma possibile.

Proposte che si basano sull’archiviazione dei vecchi parametri, i “numeri magici” che “non hanno funzionato”, come ammette apertamente una fonte Ue, per passare ad un benchmark unico, la spesa pubblica netta, con traiettorie pluriennali di finanza pubblica specifiche per Paese, concordate tra le capitali e la Commissione. L’Italia dovrebbe ridurre comunque il debito/Pil, tuttora superiore al 144%, ma assai più gradualmente, e con un certo spazio per effettuare riforme ed investimenti in linea con le priorità dell’Unione Europea.

A due passi dell’ aeroporto di Stoccolma, nei capannoni della Scandinavian Xpo, si sono svolti gli incontri informali del negoziato che dovrebbe portare ad un accordo, del nuovo patto di stabilità, entro la fine dell’anno o entro l’inizio del 2024. Formalmente il dossier sarà sul tavolo dell’Ecofin solo nel prossimo mese di giugno. Dai gruppi presenti a Stoccolma : il ministro dell’economia Giorgetti per l’Italia,il tedesco Lindner, il francese Le Maire è emerso che i tempi di definizione dell’accordo sono importanti e vanno rispettati anche per evitare di tenere in tensione i mercati finanziari internazionali.  Secondo una fonte autorevole dell’ Unione europea evitare di tornare alle vecchie regole è un interesse di tutti, nessuno neanche la Germania ha interesse a tornare alle vecchie norme.

Ursula von der Leyen. Presidente della Commissione europea

La Germania ha diffuso un non-paper che chiede parametri numerici orizzontali, validi per tutti: una riduzione del debito/Pil pari ad almeno un punto percentuale l’anno per i Paesi più indebitati e di mezzo per quelli con un debito meno pesante. L’idea non ha entusiasmato la Commissione, anche perché il dibattito sulla riforma del patto di stabilità è iniziato nel 2020, ancora prima del Covid. e l’esecutivo Ue vorrebbe voltare pagina, rispetto ad un modello che ha fatto il suo tempo. E’ necessario  disegnare un “nuovo modello” di governance economica per l’Ue ed occorre prendere atto che i “numerini magici” del passato, per cui “dovevi fare quanto prescritto ogni anno”, a prescindere dal contesto, semplicemente “non hanno funzionato”. Non è detto però che, nelle trattative in Consiglio, tra gli Stati, su questo punto  non si trovi un qualche accomodamento. Giorgetti ha parlato della riforma con il patto di stabilità con il collega tedesco Lindner. L’uomo politico lombardo ha ribadito al collega la richiesta dell’Italia che gli investimenti ‘verdi’, quelli per il digitale e soprattutto quelli per la difesa vengano trattati, contabilmente, in modo “diverso” dagli altri. Il ministro Giorgetti  ha osservato che  è “assurdo” mettere un Paese “di fronte alla prospettiva di scegliere se aiutare Kiev o rompere le regole del patto di stabilità”. Se la Commissione non è entusiasta all’idea di introdurre i parametri  numerici ‘orizzontali’, non lo è neppure davanti alla prospettiva di sottrarre determinati investimenti ai fini contabili, perché “se inizi a togliere A,B, C e D, alla fine non resta più niente”. Il ministro ha spiegato comunque che tocca a Italia e Germania, i due “poli opposti”, fare uno “sforzo” per avanzare nella riforma del patto di stabilità.  Se la Germania prevede  di non avere “una maggioranza” per questa riforma  è meglio procedere con il consenso più ampio possibile, e “una maggioranza dovrà essere trovata, in un senso o nell’altro”. La maggior parte dei lesders dei 27 Paesi sostiene che si è tutti nella stessa barca ed una soluzione dovrà essere trovata prima che inizi il nuovo anno.

Condividi
No Comments

Leave A Comment